mercoledì 18 luglio 2012

VII° Diario di Viaggio = Mart 17

La mia voce roca e risonante spezza 

il silenzio della favela "O Espectaculo va

a começar!", mentre Ygramul apre la festa

con Simone che solleva dalla fisarmonica

un'allegra musichetta occidentale, Fabio che

la arricchisce con il tocco agile di una

chitarra, tutti i personaggi in costume che

si lanciano onirici con i loro modi colorati e

fiabeschi, mentre spicca su tutti in volo sui trampoli

il Candido, Martina, bianco e verde, come se gallessiasse 

in una nuvoletta tra cavi elettrici, righoli di fango e

la mondezza della favela di Villa Acaba Mundo!

Per la prima volta facciamo uno spettacolo e una

parata in favelas, nella meravigliosa e orribile

periferia urbana disastrata di questo splendido

Brasil! Siamo emozionati ed eccitati almeno quanto i 

bambini che sbucano da ogni vicolo, da ogni pertugio,

con 100 occhi per uscio, a tutte le altezze.

Sembra di immergersi in un quadro di Escher mentre i

vicoli, come liane, si arrampicano su una collina inabitabile

che ospita centinaia di vite disagiate. Le porte e le finestre

sembrano lanciate a caso, su pareti di cemento,

ferro, cartone, plastica... terrazze, vicoli, comignoli, tubi,

affacci, scalette... un nodo organico di vita

stratificatasi senza progetto ma solo nell'impellenza

di vivere uniti, vicini e solidali. Una vera foresta urbana

ove non si comprende più chi è l'albero e chi il parassita,

chi dà vita e chi la riceve, il bene e il male...

Ygramul vola in parata e attira ubriachi,

bambini, ragazzi, vecchi, donne e uomini

affaticati dal ritorno di lavoro atroce nelle strade cittadine

e qui battezziamo, in una festa coraggiosa, energica e fiera,

il nostro "Candido" in favelas! Un ottimo inizio, con i bambini

divertiti (seppur intimoriti), affascinati e vibranti, per questa

novità assoluta giunta a loro dalla lontana Europa.

Lo spettacolo questa volta ci convince, tiene una buona

energia, un alto ritmo e si relaziona spigliato e 

vivace con un pubblico bello, caloroso e bofonchiante.

Ancora una volta Grazie Brasile!  

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