martedì 17 luglio 2012

VI° Diario di Viaggio - Lun 16

Una piccola saletta moderna, al centro di

Belo Horizonte, tra computer, porte vetrate, 

sedie da conferenza e moquette anonima. 

Siamo in una stanza di Conferenze del centro 

di Psicologia e Sociologia, e davanti a noi si 

mostra un pubblico triste e fuoriluogo : si intravede

negli occhi una grossa stanchezza, una solitudine

apatica e passiva, un senso di sottomissione di

famiglie nere, povere, infelicemente appartenenti

a quella grande fetta sociale che qui viene schiacciata

dalla polizia, torturata nelle carceri, perseguita dalla

città intera come un capro espiatori inventato e

strategico : sono parenti e amici dei Carcerati, nella

loro Associazione, riunitisi per cercare sostegno

e darsi forza a vicenda! E noi, ancor più fuoriluogo di loro,

in questa stanza ricca e borghese, dobbiamo portare il

nostre lavoro da strada, un umile regalo

(lo spettacolo/fiaba "Candido") per fare una

festa e dare calore a questa difficile e fragile realtà...

La presidentessa, come una guerriera fiera e altezzosa,

ci accoglie con voce stentorea, gesti positivi e un fare

rude e concreto : una matrona negra, con i capelli fusi in

treccine, gli occhi grandi e scavati, il corpo tondo e sodo,

appesantito dagli anni e dalle lotte, ma resistente come

un macigno. Lo spettacolo è un pò fiacco, intimorito da

una platea così delicata, depressa e nervosa... tutti ci

osservano con timore e una gioia nascosta dietro

le bocche e gli sguardi allibiti, forse per non aver mai

visto nè un europeo interessarsi alla loro causa, nè un

personaggio fiabesco e colorato venire fin da loro a

raccontare con cortesia una favola gentile ad

aprire un'atmosfera di festa....

Tutto termina con urli, applausi

e sorrisi esplosivi, catartici; spropositati rispetto al

valore dello spettacolo (che non è stato nulla di così

impressionante) ma commisurati al progetto, all'operazione!

Siamo fieri, con le gote rosse, le pacche sulle spalle

e le strette di mano, gli abbracci emozionati... e, come

se ciò non bastasse, lo scambio si completa con un

ritorno simile ad uno tsunami rispetto alla goccia di

pioggia che noi abbiamo portato all'Associazione:

la presidentessa, un associato ex-carcerato e una ragazza

avvocato che appoggia la causa ci rilasciano un'intervista 

dirompente... una denuncia fortissima, precisa, politica

e poetica... una lunga descrizione dell'orrore delle 

prigioni brasiliane! Siamo onorati, emozionati... torneremo 

in Italia con un materiale pregiato da poter montare e 

donare alle lotte per i diritti umani e che combatte per

la riforma delle carceri. 

Con le mani che tremano spengo la telecamera e 

respiro affannato da tanto dono che ci è stato fatto.

Bello! 

Nessun commento:

Posta un commento