La fiat saltella sulle buche, credendosi
una jeep mentre le schiene dei passeggeri
maledicono la sua illusione. La polvere
si annoda attorno all'auto e nasconde in un
velo opaco moltissimi bambini strappati e
scarmigliati che appaiono in un bagliore
vivissimo di denti bianchi, occhi enormi,
gesti gioiosi e corse sinuose. Stanno tutti
giocando con "as pipas" (gli aquiloni).
Fili chilometrici proiettano in aria dei minuscoli
quadratini di plastiche colorate con code
fantasiose e variegate (strisce di pellicola e
nastro colorato, coriandoli, bande di carta
riciclata, nastri di stoffa, pom pom....) e la
favelas sotto sembra un formicaio di bambini
comandati dal vento. Tutti corrono, saltano
e vengono guidati come sciami di insetti
dal vento che trascina i loro aquiloni, mentre cercano
di farli salire fino ad incontrare gli Urubù immensi
che sorvolano la città impassibilmente neri
e famelici... gli aquiloni vorrebbero librarsi
ancor di più, lottare tra loro, volare via, e lo scontro
con i fili è strepitosamente bella ed emozionante.
La gara si tinge anche di violenza, come è giusto che
sia vista la radice del filo che proviene dai quartieri
urbani più periferici o disagiati; come sempre la
povertà mischia e potenzia (come nella tragedia
greca) entrambi i volti della sopravvivenza
(l'Eros e il Thanatos) : una voglia di urlare la
propria vitalità con gioia e forsennata speranza
apparente (colori, disegni, forme fantastiche,
urla, risa e salti nei vicoli fangosi) e altrettanto
desiderio di uccidere e primeggiare (una rabbia
al tempo stesso giocosa e spinosa che si sparge lungo
il filo dell'aquilone, appositamente ricoperto da una
sottile polvere di vetro taglientissimo). Così,
quando i due aquiloni si scambiano piroette in aria,
uno potrebbe tagliare la vita dell'altro e farlo
perdere nel cielo.... Ma in alcuni casi (assolutamente
comuni) l'aquilone liberato va poi a planare disperso
in qualche angolo di strada trafficata, la coda tronca
si ingarbuglia su un traliccio e pian piano si tende...
una trappola mortale metropolitana si auto-organizza ed
ecco che in poche ore il primo motociclista di passaggio
si trova con la testa mozzata. Attraverso per la prima
volta una vera favelas e tra le costruzioni meravigliosamente
ordinate solo dalla necessità organica di aumentare la vita
(come un'escrescenza floreale), noto mille dettagli pittorici,
affascinantemente tristi e violentemente belli. Sono emozionato.
A breve saremo qui a fare spettacoli, abbracciati dalle
loro vite disperatamente interessanti! Sono onorato di
fare questo mestiere e di farlo a questo modo...
Intanto il Gruppo attende il contatto con la nostra possibile
Guida e compagna di viaggio per l'Amazzonia (una ragazza
di una forza e consapevolezza indigena uniche!) :
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