B) Arriviamo a Diamantina sfatti da
un viaggio di 6 ore di 'frigorifero'
su ruote dall'alba di BH al pomeriggio
di montagna, con le schiene intorpidite dal
carico pesante della nostra bellissima
Scenografia, difficile da caricare su Taxi e
Autobus. Diamantina con il suo Festival
di Arti ci avvolge tra vicoli meravigliosi
(come quelli di Ouro Preto) in una vallata
da sogno minerario, bettole in legno
dipinte a mano con giocosità da presepio
napoletano, persone solari e concrete,
organizzazione impeccabile
(i giornalisti del festival già sanno chi
siamo, ci prendono con un pulmino,
ci fanno interviste e foto, ci accolgono
con una cura delicata e amichevole). La sera non
facciamo spettacolo ma incontriamo i primi capi
indigeni, in un buffo e incredibile girotondo che
simula una danza Maxacalì, tra Guaranì del Mato
Grosso e di San Paolo, Krenaki, ecc...
Sono emozionato e mi batte il petto mentre
saluto con orgoglio e timore i nipoti di Marcos Veron,
e il figlio di Nisio Gomes (i due cacique Guaranì
che ci accolsero nelle loro terre riconquistate ai
primi 2 viaggi di Ygramul e che poi vennero assassinati
dai pistoleros dei Fazenderos). E' stupendo come questa
stretta di mano vigorosa di un ragazzo indio chiuda
in me il cerchio di un universo Ygramul che è stato!
Un arco magico, come le spirali degli alberi e
le creste delle dune, che crea una vertigine tra i viaggi
fatti in passato e il presente così vivido: tutto torna,
e quello che si semina fiorisce! I Guaranì mi ascoltano
e vedono il nostro spettacolo con sorrisi e giochi,
affascinati e a volte cupi. Vedo nei loro occhi stima e
riconoscenza (per chi ha conosciuto i loro importanti avi)
e così il capo Maxacalì, un folletto raggrinzito di 60 anni,
con la pelle di terra rossa e la Maracas magica sempre
ghermita forte in pugno, ci accoglie e ci invita ufficialmente
a portare lo spettacolo nella sua aldeia
ai confini con lo stato di Bahia San Salvador.
Stupemdo! Diamantina ci sovrasta, tra spettacoli,
incontri con gli indio, parate, bambini e dibattiti importanti.
I Bambini cantano in cerchio stonati e senza conoscere la
lingua di un'antichissima danza Maxacalì, assieme a turisti e
studenti armati di zainetto. Un giovane Indio Guaranì
filma tutto con una telecamera professionale da 2000 Euro
e intanto l'anziano sciamano scaglia acqua al cielo ridento
sdentato come un grottesco fauno saltellante. Che mistura....
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