sabato 14 luglio 2012

IV ° Diario di Viaggio - Sab 14

Il Viaggio continua e, da certi punti di vista, 

comincia proprio ora che è terminata la nostra

prima settimana di permanenza a Belo Horizonte!

Ieri, Venerdì 13, esattamente a 7 giorni dal nostro

atterraggio, ci siamo costumati e diretti verso una

Piazza non lontano da casa (Juscelino Kubistschek),

con il carapace in dosso, già costumati e truccati,

come in una parata farsesca e onirica.

Ygramul atterra in piazza, accompagnato dal suono

della fisarmonica di Simone e dalla mia chiamata urlata

che, per la prima volta, attira i bimbi ad avventurarsi 

nel nostro "Candido".

La strada ci accoglie con curiosità e sorridente 

calore, mentre passiamo tra le auto e gli autobus

strombazzanti che sfrecciano violenti in questa

metropoli nodosa e confusa.

Poi si apre la Piazza del parco e vediamo

immediati i bambini che deviano i loro giochi,

seguiti dai genitori apprensivi, e un veloce assieparsi

vicini, per formare il semi cerchio di un pubblico in 

timoroso ascolto. Dietro di noi restano pensierosi

3 bambini che lanciano gli aquiloni al cielo... ci scrutano, 

ci sbirciano sottecchi, e sembrano affamati dei nostri

personaggi e vogliosi di avvicinarsi, eppure restano 

distanti. Non capisco la loro paura... ragiono, mentre

li invito con i gesti del mio personaggio buffonesco

ad avvicinarsi...poi mi guardo intorno e comprendo!

Il pubblico è formato da ragazzi, mamme, bimbi

e papà... tutti ricchi, di un ceto borghese che popola

questa zona della città (Sion), mentre quei 3 piccoli

lontani osservatori sono di Favelas... neri, 

stracciati, accesi dalla fame di vita e dal gioco isolato e 

combattuto. Ci osservano con i corpi fasciati di nervi

e scavati dalla vita in periferia, gli occhi enormi, 

il desiderio vibrante in petto e una chiara idea che pulsa

nella mente "Noi lì NON possiamo andare!". 

Mi sento triste, nel mentre siamo in scena, pensando che,

proprio durante il nostro spettacolo, noi stessi abbiamo 

ricreato inconsapevolmente la medesima bruttura cittadina, 

lo squarcio di divisione tra quartieri ricchi e periferie 

urbame, favelas e ville! Poi, mentre lo spettacolo avanza 

(un poco a tentoni essendo al suo debutto), uno dei bambini 

neri chiude con cura il suo aquilone prezioso e, compiendo 

un immenso giro strategico e spirituale, arriva alle spalle del

pubblico ricco; si para in piedi, impettito,

lontano ma frontale e sorridente di quella posizione conquistata,

per sbirciare anche lui il nostro strampalato sogno ambulante! 

Sono felice e continuo a recitare. Lo spettacolo non è

potente oggi, si aggira un poco fiacco tra incertezze linguistiche e 

dubbi interpretativi, ma alla fine incanta ugualmente e 

permette al pubblico di partecipare, rispondere all nostre 

domande, e far disegnare i bambini. 

Torniamo a casa soddisfatti, pieni dei primi appunti di Viaggio

da raccogliere nel nostro Diario poetico 

dell'attore... A breve molte, moltissime Repliche!!! 


 

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